A ottant'anni esatti dalla sua morte, lo scrittore e drammaturgo siciliano, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, viene omaggiato a teatro con un ritratto inedito.
Il titolo è già di per se’ evocativo: “Centomila, uno, nessuno: la curiosa storia di Luigi Pirandello.” Uno spettacolo - scritto e diretto da Giuseppe Argirò – che ha debuttato quest’anno e racconta gli aspetti meno conosciuti di Luigi Pirandello: dal precettore agli studi ai turbolenti anni giovanili, sino alle storie d’amore.
Così ce lo racconta Giuseppe Pambieri, che lo porta magistralmente in scena (il 7 dicembre a Piazza Armerina in Sicilia, e da lì una serie di date per le scuole, poi il 6 febbraio al Manzoni di Milano alle 10:30 per le scuole e in replica alle 20:45. E poi ancora: Poi il 3 e 4 marzo al Palladium di Roma. Altre date in via di definizione).
Che spettacolo è? E cosa trova lo spettatore che viene a teatro?
Troverà innanzitutto un racconto appassionante. La storia della vita di un grande scrittore e di un uomo, molto diversa dagli stereotipi che siamo abituati ad ascoltare. Ma soprattutto lo spettatore potrà entrare nel suo mondo letterario ascoltando i monologhi tratti da "Non si sa come", da "Sei personaggi in cerca d'autore, "L'uomo dal fiore in bocca" e per finire "I giganti della montagna".
Pambieri, lei aveva portato in scena anche un inedito Leopardi. Cos'ha di davvero inedito Pirandello?
Ci sono delle curiosità sulla sua vita che di solito non si conoscono. Per esempio, il suo rapporto col padre per – difficile e contrastato. Oppure le attenzioni di Maria Stella, la domestica, che gli parlava di religione e l’ha suggestionato tutta la vita, anche nelle opere. Ma soprattutto di inedito c’è tutta la sua vita privata segnata definitivamente dalla pazzia della moglie che non ha mai voluto lasciare. Così come l'amore finale per Marta Abba, straziante e straziato.
C'è una crescente curiosità legata a queste grandi figure del passato. Ora, per esempio, è anche il momento di Caravaggio. Come lo spiega?
Vuol dire che la profondità del messaggio che ci lasciano questi giganti della cultura è sempre attuale. Ed è attuale soprattutto per i giovani che oggi sono così distratti da un mondo virtuale che li allontana sempre di più dai veri valori.
Lo spettacolo porta l’inversione del titolo dell’opera originaria, e ricorda un po' il curioso caso di Benjamin Button. Come mai? E' una storia in qualche modo a ritroso?
No, non c'entra niente col film. E' la parafrasi ironica di uno dei romanzi più importanti di Pirandello a significare il turbinio della sua vita reale che si interseca con la profondità ironica del suo pensiero. Quella lotta infinita tra essere e apparire. E così l’abbiamo invertito.